Il contatto fisico è una manifestazione affettiva istintiva e immediata: un abbraccio o una semplice carezza bastano a calmare un bambino in lacrime, ma cosa accade quando si cresce? Dispensare baci e abbracci diventa molto più difficile quando si è un po' più grandi fino a che si arriva a confinare le emozioni a pochi intimi eventi. Nonostante l'impegno a mantenere segreti i propri sentimenti, il nostro corpo trasmette segnali inequivocabili che rivelano di volta in volta intenzioni e stati d'animo.
Ecco quindi che la volontà di stabilire un contatto fisico con un'altra persona si nasconde dietro atteggiamenti inconsueti trasferendosi magari su oggetti che appartengono all'altro.
Attrazione - Primo step: avvicinamento
La vicinanza dei corpi è indispensabile per stabilire un contatto fisico ma se due persone sono lontane, il primo passo è ridurre la distanza.
Pensiamo ad esempio a una conversazione di gruppo: avvicinarsi con il pretesto di ascoltare meglio ciò che l'altro dice è il preludio di un contatto più ravvicinato anche se solo di pochi centimetri. Lo scopo è quello di limitare le perturbazioni esterne e ridurre qualsiasi rumore di sottofondo che potrebbe ostacolare la conversazione.
Se poi si appoggia una mano o l'avambraccio al muro, a una sedia o al bancone del bar, si manifesta la volontà di stazionare almeno per un po' nel posto e nella conversazione.
Attrazione – Secondo step: toccare un oggetto che appartiene all'altro
Gli oggetti di cui ci circondiamo quotidianamente parlano di noi: il pacchetto di sigarette, gli occhiali da sole, le chiavi dell'auto rivelano molto della nostra personalità e delle nostre abitudini. Sono quasi un'estensione di noi stessi e vengono percepiti come tali.
È per questo motivo che toccare un oggetto personale equivale quasi a toccare l'altro e la forza di questa interazione è maggiore quanto più è personale l'oggetto.
Si tratta in questo caso di un'attrazione inibita perché magari le circostanze non consentono un approccio più diretto oppure non si è sicuri della reazione dell'altro o ancora non si è consapevoli di provare questa forte attrazione.
Anche appoggiarsi al sedile dell'altro può essere considerato un approccio simile per ridurre le distanze.
Attrazione – Terzo step: toccare l'altro con una scusa
La fantasia in questi casi si spreca: togliere via le briciole dalla giacca, sistemare la cravatta, spostare la manica, toccare il ginocchio con il proprio...tutto purché ci sia il contatto fisico.
Distinguere un gesto affettuoso da una vera e propria attrazione è molto semplice: c'è di mezzo una casualità forzata abbastanza lampante, una certa frequenza del gesto e soprattutto un contatto molto più lungo del normale.
Anche dietro quest'atteggiamento si percepisce la volontà di nascondere la propria attrazione.
Ora sta a voi, una volta recepiti questi segnali, decidere se incoraggiarli o stroncarli sul nascere!
Questo articolo fa parte della sezione "I segnali dell'attrazione". Leggi gli altri articoli:
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I segnali dell'attrazione: collo, capelli, spalle
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I segnali dell'attrazione: atteggiamenti
[Questo articolo è ispirato al libro
i messaggi segreti del corpo]